Ho già parlato spesso di cos’è il Reiki qui sul blog, spiegando anche come prendere il primo, il secondo e il terzo livello. Come fare gli scambi e quanto costa un trattamento. Con l’articolo di oggi invece, voglio offrirvi alcuni validi suggerimenti per scegliere l’operatore Reiki adatto a voi, un professionista che può davvero aiutarvi.
Se siete venuti a conoscenza del Reiki da un amico o un parente, vi consiglio di sentire quella persona se ha un contatto da passarvi, perché magari si è trovato bene. Si tratta sicuramente di un buon punto di partenza ma, magari potreste sentire poi il bisogno di trovare qualcun altro. Oppure, se non avete nessuno a cui chiederlo, sicuramente vi trovate a cercare su internet una persona vicino a voi.
In ogni caso, sia che avete deciso di andare da un operatore Reiki su consiglio di un amico, oppure lo avete trovato online o sull’elenco telefonico, ci sono alcune cose che vi devono far capire se è il caso di proseguire con quella persona oppure, è meglio rivolgersi a qualcun altro.
Le caratteristiche di un buon operatore Reiki
1. Deve possedere un attestato, una qualifica
Non sottovalutate questo aspetto. Un terapista Reiki deve possedere un certificato che ne attesti il livello. Per lavorare sugli altri in modo più completo deve avere almeno il secondo livello. Un operatore di solito lo espone nella stanza dove lavora.
Un operatore con il primo livello può lavorare solo sui malesseri fisici. Uno di secondo livello può intervenire sui sintomi fisici, emotivi e i problemi psicologici. Può effettuare anche i trattamenti a distanza. Tutto ciò lo fa usando i tre simboli Reiki. Un Master Reiki invece, può praticare un trattamento che va a sbloccare i ristagni energetici.
2. Non ci sono credi da seguire
Un buon operatore non vi chiede di aderire a nessun credo, perché il Reiki è libero da questi legami. Ognuno può credere a ciò che vuole. Diffidate di chi cerca di farvi aderire alla loro religione. Non solo, non ci sono nemmeno dei dogmi da rispettare. Non occorre pronunciare frasi, bere o mangiare qualcosa per poter aderire. Chiaramente se vi offrono un bicchiere d’acqua non è qualcosa di sbagliato, ma anzi, un gesto di cortesia. Nessuno però vi deve costringere a berlo.
3. Abbigliamento
Nei trattamenti Reiki un buon operatore non vi chiede di spogliarvi. Non occorre un contatto diretto tra voi e l’operatore. Non ci sono motivi per chiedervi di togliervi i vestiti. Vi può invitare a mettervi comodi chiaramente, togliendo il giacchetto e le scarpe. Insomma, le classiche cose tradizionali. Gli abiti però ricordatevi che non sono una barriera per l’energia Reiki. Un buon operatore comunque, già dal primo colloquio anche telefonico, vi dirà di presentarvi con abiti comodi. Vi può chiedere di togliere gli oggetti metallici e la cinta dei pantaloni se c’è del metallo, proprio perché possono deviare il flusso Reiki.
4. Niente trattamenti infiniti
Un terapista Reiki non cerca di farvi sottoporre ai trattamenti a tempo indeterminato. Spesso può bastare infatti un solo trattamento, altre volte ne bastano quattro o 10, come nel caso di situazioni croniche. Anzi, alcune volte può suggerire di prendere il primo livello Reiki, utile per l’autoguarigione. Quindi, cerca di rendervi autonomi. Vi lascerà poi liberi di decidere, i base ai suoi consigli, quanti trattamenti volete fare e non dovrà cercare di farvi cambiare idea.
5. Nessuna guarigione miracolosa
Non deve fare nessuna promessa di guarigione miracolosa. Non può dare diagnosi mediche e non può consigliarvi in nessun modo di sospendere le cure che eventualmente state prendendo.
6. Costo dei trattamenti
Di questo ho già parlato in modo approfondito in un articolo. Il prezzo non è stabilito da alcun ente, quindi è l’operatore a fare il suo prezzo in base all’esperienza, gli studi, il tempo di un trattamento, se è il suo lavoro principale… Diciamo che in media un trattamento costa tra i 25 e i 50 euro.
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