Curiosità sui cristalli

Pietra filosofale: storia, leggende e utilizzi

Protagonista di leggende e libri, negli ultimi tempi anche di moltissimi film, la pietra filosofale racchiude dentro di se il sogno di molti uomini, almeno dal punto di vista più materialista. Chi conosce poco quello che è il suo vero significato, si limita a guardare con occhi ammagliati la sua presunta capacità di trasformare il metallo vile in oro. Viene visto insomma, come il mezzo capace di arricchire in fretta qualsiasi persona la trovi.

Il significato che si nasconde dietro alla pietra filosofale però, è ben più profondo. E’ conosciuta anche come la pietra dei filosofi ed è lei il simbolo per eccellenza dell’alchimia. Da quando ho aperto questo blog volevo parlarne ma, trattandosi di un tema dal mio punto di vista piuttosto approfondito, per un motivo o per un altro ho sempre rimandato. Il problema in realtà è uno: ognuno la descrive come vuole, Centinaia i libri e gli articoli scritti su questo argomento, uguale è il numero dei punti di vista, delle osservazioni e opinioni totalmente personali. Ecco perché non dovete prendere questo articolo come se fosse la spiegazione definitiva, ma piuttosto un idea (la mia) nata grazie a decine di altre idee (quelle degli altri).

Cos’è la pietra filosofale?

Gli alchimisti lavoravano con il proprio athanor, il loro forno, e tutti gli altri strumenti e materiali. Erano sicuri che mescolando vari elementi naturali, fosse possibile crearne uno completamente nuovo. E fin qui niente di strano perché se analizziamo la cosa, è così che sono nate molte sostanze che noi oggi conosciamo. Alcune sostanze sono state scoperte ma, la pietra filosofale, resta un mistero. Non vi sono certezze che sia mai stata realizzata, ed è per questo motivo che non posso vederla come qualcosa di reale, ma solo come un simbolo davvero affascinante che vale la pena di essere analizzato a fondo!

C’è però chi vede la pietra filosofale come un qualcosa di astratto. Praticamente come l’elevazione dello spirito dalla materia. Come facevano gli alchimisti a raggiungerlo? Durante i loro esperimenti e pratiche spirituale riuscivano ad effettuare la trasformazione. Non tutti vi riuscivano, non era una cosa semplice da raggiungere. In pratica quindi la pietra filosofale è “solo” la conoscenza di una meditazione costante sulla realtà.

C’è però chi la vede come un qualcosa di materiale, fisico. Ed è sicuramente la versione affascinante. Chi non desidera poter avere una pietra capace di conferire l’immortalità? Si dice infatti che possa curare qualsiasi malattia. Dona la conoscenza assoluta e può trasformare qualsiasi cosa in oro. V’immaginate bene che la seconda proprietà è quella meno “interessante” per la maggior parte delle persone.

Eppure si dice che lo scopo dell’alchimista in realtà fosse quello di trascendere insieme alla nascita della pietra dei filosofi. Mentre riusciva a trasformare il metallo vile e in oro, trascendeva la materia e diventava essere spirituale. Era questo il suo scopo. Il fatto che trasformasse in oro ogni cosa e donasse la vita eterna, era solo un riflesso della conoscenza assoluta tanto desiderata.

La pietra filosofale quindi serve a:

  1. Realizzare l’elisir di lunga vita, capace di donare l’immortalità. La pietra filosofale nell’immaginario comune può curare qualsiasi malattia.
  2. Dona la conoscenza di tutto, aiuta a sollevare il velo illusorio che separa il bene dal male. Non a caso si parla di pietra dei filosofi.
  3. Tramuta i metalli vili in oro. E qui ecco che l’avidità delle persone spunta fuori.

Questi tre “poteri” sono in realtà collegati. Pensateci. L’oro è ad oggi considerato un metallo simbolo d’immortalità. Basta pensate ai sarcofagi dei faraoni egizi costruiti in oro. Secondo gli alchimisti, riuscire a produrlo partendo da un metallo vile, permetteva anche di capire come raggiungere l’immortalità. Allo stesso tempo però, essendo l’oro simbolo di luce eterna, insegna anche a trasformare la materialità in spiritualità e conoscenza divina. Una trinità di poteri strettamente legata.

In molti tendono a vedere la figura dell’alchimista come quella di un uomo privo di scrupoli e avido, proprio per il suo tentativo di ottenere la pietra filosofale. La realtà è che l’achimista per riuscire nell’Opera doveva ave raggiunto un livello di moralità molto alto, cosa che dopo gli impediva di usare la conoscenza per motivi egoistici. Il loro interesse per l’oro era rivolto al fatto che potesse essere usato come catalizzatore per le reazioni chimiche. Altro motivo per cui lo apprezzavano era la sua capacità di sopravvivere allo scorrere del tempo.

Per forza una pietra?

Alcune leggende la vedono appunto come una pietra, altre come una polverina rossastra o giallastra, altre ancora come qualcosa di puramente spirituale.

La pietra non è sempre stata vista solo come oro. Marsilio Ficino sostenne nel suo Liber de arte chymica che la pietra sia formata da una parte d’oro, dall’altra il mercurio filosofico. La prima simbolo di cristo, la seconda di Maria.

Perché proprio l’oro?

Ho accennato al fatto che l’oro era ambito per alcuni motivi. Da una parte il raggiungimento della trasmutazione da metallo vile in oro, rappresentava l’elevazione spirituale dell’achimista. L’oro poi era l’unico metallo non deteriorabile capace di fare da catalizzatore in diverse reazioni chimiche.

L’oro però ha una forte simbologia. Secondo la filosofia neoplatonica, ogni cosa ha alla base una sola sostanza aurea primordiale, uguale per tutti ma in proporzioni diverse. Per poter portare tutto ciò alla purezza originaria, era necessario l’agente catalizzatore, cioè la pietra filosodale composta appunto dalla sostanza primordiale.

Secondo gli alchimisti la pietra filosofale poteva essere ottenuta dalla sintesi del mercurio (luna, passivo) e dallo zolfo (sole, attivo). Nell’esoterismo invece, l’oro rappresenta il sole, i principi divini. Secondo gli Egizi era il simbolo di Ra. In Indiaè considerato simbolo di verità e illuminazione.

Storia della pietra filosofale

E’ difficile ricostruirla. Sembra che la sua nascita sia da attribuire a Jabir Ibn Hayyan, alchimista musulmano. In pratica si occupò di esaminare ogni specifico metallo, compreso l’oro, sotto uno schema particolare, i quattro elementi aristotelici e le quattro qualità di base (caldo, freddo, secco e umido)

I quattro elementi aristotelici sono:

  • Fuoco: caldo e secco
  • Terra: fredda e secca
  • Acqua: fredda e umida
  • Aria: calda e umida

La sua teoria era appunto che ogni metallo nascesse dalla combinazione degli elementi e solo l’oro fosse quello contenente la sintesi armonica.

Molti di voi avranno assimilato il concetto della pietra filosofale a cristo r il santo graal, ma questo solo perché gli arabi diffusero la loro dottrina in Spagna e di conseguenza al mondo cristiano.

Nel Rinascimento Paracleso sostenne che era possibile ottenere la pietra filosofale grazie all’Alkahest, considerata dagli alchimisti la sostanza capace di sconfiggere qualsiasi male.

Qualcuno ha mai scoperto la pietra filosofale?

La sua scoperta è stata attribuita a molti personaggi. Uno di questi è Nicolas Flamel. Nato nel 1330 e morto nel 1418, fu un importante alchimia francese. Il suo nome però è legato alla leggenda della pietra filosofale ecco che sono tanti a credere che in realtà sia sempre vivo. Si dice che sia autore di diverse opere, anche se in realtà ad oggi sono ritenute apocrife.

Anche sul fatto che sia stato un alchimista ci sono dei dubbi, proprio perché non è cetra l’autenticità dei manoscritti a lui attribuiti. La leggenda che vuole Flamel colui che riuscì ad ottenere la pietra filosofale, è data dalle “sue” pubblicazioni del XVII secolo. Sembra che sia riuscito ad ottenerla decifrando alcuni testi cabalistici.

I testi oggi considerati testimonianza della scoperta della pietra filosofale da parte di Flamel, sono stati contestati nella seconda metà del 1750. Etienne Villain sosteneva che dietro lo pseudonimo Eiranaeus Orandus vi fosse semplicemente l’editore dell’opera. Tuttavia la leggenda aveva preso piede e si sa come vanno queste cose! Tutto il resto ha avuto lo scopo di arricchirla ulteriormente.

La scoperta della pietra filosofale è stata poi attribuita anche a Federico Gualdi, Giacomo Casanova e il Conte di Saint-Germain. Anche Cagliostro disse poi di possederla.

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