Curiosità sui cristalli

Morfologia del minerale e reticolo cristallino

Chi si avvicina al mondo della cristalloterapia rimane subito affascinato dai colori delle pietre, iniziando quasi parallelamente anche gli studi nel campo della cromoterapia. Quello che molti non sanno è che, molto più importante dell’aspetto cromatico del minerale, è quello morfologico. La morfologia del minerale infatti è qualcosa che non viene determinato dall’ambiente, ma è già presente all’interno della pietra stessa. In poche parole, ovunque nasce, una determinata pietra presenta la stessa identica struttura cristallina.

A livello morfologico i cristalli sono considerati corpi solidi geometricamente regolari. Noi li vediamo in tutta la loro meravigliosa unicità mentre assumono forme, dimensioni e variazioni cromatiche diverse tra due esemplari della stessa tipologia, come potrebbe essere ad esempio la pirite.

Morfologia del minerale: la coesione degli atomi

Non ho mai avuto una grande passione per la chimica e, il mondo degli atomi e delle molecole, mi è rimasto a lungo sconosciuto. Ho iniziato a inoltrarmi nei suoi sentieri quando, all’età di 16 anni, mi appassionai seriamente ai cristalli. Già li collezionavo dall’età di 12 anni, ma solo più tardi iniziai a studiarli veramente, vendendoli non più come “oggetti” esteticamente belli, ma come milioni di mondi da esplorare che componevano l’universo della cristalloterapia. Quindi, riassumo brevemente i principi della morfologia del minerale e il suo reticolo cristallino.

Reticolo cristallino

Atomi e molecole dei cristalli sono disposti seguendo schemi geometrici precisi. Formano così il reticolo cristallino. Niente è lasciato al caso e tali forme non sono in alcun modo condizionate dall’ambiente.

Studiando le pietre al microscopio però, si può notare che non vi sono in alcun modo sprechi di spazio. Questo perché atomi e molecole sono tenuti in maniera ordinata dalle forze di attrazione elettromagnetiche e ovviamente grazie alla pressione esterna. All’interno dei cristalli quindi, lo spazio è sempre ben ordinato.

Sono poche però le forme che permettono di ottenere un reticolo cristallino “salva-spazio”. L’intero mondo dei minerali si riconduce a solo 7 forme essenziali che compongono la loro struttura di base e vanno a formare i sette sistemi cristallini, che sono:

  • Sistema cubico: la forma che si trova alla base di questo sistema è il quadrato/cubo. Fanno parte di questa categoria cristalli come: diamante, pirite, lapislazzuli, fluorite e magnetite.
  • Sistema esagonale: la forma alla base della sua struttura cristallina è l‘esagono. Smeraldo, acquamarina e berillio ne fanno parte.
  • Sistema trigonale: la struttura interna è a tre facce e rimanda al nostro triangolo. Qui troviamo alcune delle pietre più conosciute, come la tormalina, l’ametista, il cristallo di rocca, il quarzo citrino e il rubino.
  • Sistema tetragonale: la struttura interna è basata sulla figura geometrica del rettangolo. Rientrano in questo sistema lo zircone, l’apofillite e il rutilo.
  • Sistema rombico: struttura basata sulla forma del rombo. Cristalli di esempio sono il topazio e il peridoto.
  • Sistema monoclino:la struttura di base è il parallelogramma. Esempi di pietre: azzurrite, giada, malachite e pietra di luna.
  • Sistema triclino: la forma di base è il trapezio. Vi troviamo l’amazzonite, la pietra del sole e l’azzurrite.
  • Sistema amorfo:  è la così detta “eccezione che conferma la regola” per quanto riguarda la morfologia del minerale. Può accadere che un cristallo non sviluppi alcun tipo di struttura cristallina, ed ecco che si parla di sistema amorfo, cioè privo di forma. Accade ad esempio quando il processo di trasformazione è troppo rapido, come accade per l’ossidiana, l’ambra e l’opale.

Queste sette strutture cristalline più l’ottava, quella amorfa, sono collegate anche agli stili di vita dell’uomo. E’ interessante notare appunto che l’uomo può sentirsi attratto istintivamente dall’aspetto cromatico (il colore della pietra), ma la scelta della pietra potrebbe invece essere collegata a qualcosa di profondo appunto, la morfologia stessa che più di ogni altra cosa lo caratterizza.

[ultimo aggiornamento il 30 agosto 2016]

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